Alle origini della Forma
Omaggio a Ugo Marano
Presso il Museo Civico della Torre
Un percorso espositivo che si snoda attraverso più di cento opere, di cui quaranta di Pablo Picasso e più di sessanta di altri venti prestigiosi artisti moderni e contemporanei, che saranno esposte per due mesi nelle sale superiori del Museo; a queste opere straordinarie si collegano venti opere dell'artista cetarese Ugo Marano.
A cura di Marco Alfano, la mostra è visitabile fino al 15 Settembre 2019 (inaugrata il 16 luglio), proponendo 40 opere provenienti da prestigiose collezioni private: 6 ceramiche originali su impronta Madoura, noto laboratorio di ceramica francese utilizzato, tra gli altri, da Marc Chagall, Victor Brauner e Henri Matisse, oltre alla serie completa delle 32 incisioni all’acquaforte, all’acquatinta puntasecca e bulino, pubblicate nel libro Corps Perdu (1950). La raccolta di poesie dello scrittore e politico francese Aimé Cesaire, originario della Martinica, fu di grande ispirazione per Picasso, nel rappresentare la sua riflessione sulle politiche razziste dell’epoca, nonchè sulla cultura africana in generale.
Arricchiscono la proposta altre 60 opere di 20 artisti “viaggiatori”: dalle ceramiche del “periodo tedesco” di Richard Dölker alla “negritudine” di Melkiorre Melis, dall’innovazione modernista di Guido Gambone, Salvatore e Giosué Procida alla multiforme esperienza creativa di Bruno Gambone, Monica Amendola, Stefania Mazzola, Mimmo Paladino, Angelo Casciello, in dialogo serrato con i lavori degli artisti africani Edward Said Tingatinga, Seyni Camara, Reinata Sadimba, Frédéric Bruly Bouabré, Jak Katarikawe e George Lilanga.
In esposizione, inoltre, ci sarà una selezione di maschere e statue africane del XIX e XX secolo, della collezione privata di Mino Sorvillo, che ci restituiscono un’ulteriore indagine iconografica e simbolica del mondo artistico africano.
Un’occasione di soddisfazione per una duplice motivazione: da un lato, si inscrive quale evento tra i più importanti della storia culturale di Cetara, consentendo l’esposizione delle opere di uno dei più grandi artisti del XX secolo in un luogo storico tra i più rappresentativi e simbolici dell’intero territorio costiero. Dall’altro rappresenta l’omaggio ad un poeta, ad un’anima grande, ad un artista - Ugo Marano - che ha aperto il nostro sguardo al futuro, che proprio nel 2011 diede inizio, con una sua ultima ed ineguagliabile performance, alla cerimonia di apertura al pubblico della Torre al termine dei lavori di restauro. Fu un “grido”, un risveglio, per ricordare al popolo cetarese che quella Torre nata a difesa degli attacchi pirateschi, era viva, ed apparteneva a tutti. L’evento di oggi è un modo per continuare a "sentire" Ugo Marano come una parte viva ed attiva della nostra comunità, della nostra vita futura.
Nella Sala delle Rocce, a cura del Museo MAV di Ercolano (Museo Archeologico Virtuale), un’installazione di videomapping riprenderà i motivi delle terracotte, delle maioliche e delle ceramiche esposte, catapultando i visitatori in un’atmosfera tribale.
L’organizzazione della mostra, sostenuta dalla Regione Campania e promossa da Scabec, si è valsa della collaborazione istituzionale della Direzione dei Musei Provinciali di Salerno e dell’apporto di importanti collezionisti privati.
Orari: 17,00-23,00 (lunedì chiuso)
Dal 16 luglio al 15 settembre 2019
Ingresso: € 3,00
Nota del curatore Marco Alfano:
L’argomento proposto dal percorso espositivo è quello della cosiddetta “arte primitiva” o meglio, dei pregiudizi, dei luoghi comuni, delle incomprensioni in cui le società occidentali relegano gli oggetti prodotti da civiltà come quella africana, fondate su concetti religiosi radicalmente diversi da quelli europei. Il destino di molte opere, come alcune esposte queste sale provenienti dall’Africa orientale e subsahariana, di straordinaria bellezza, subiscono un processo di mercificazione già alla fine del XIX secolo, finendo nei musei come curiosità etnografica, sottratti al loro originario contesto culturale, assumendo un valore formale per gli artisti delle prime avanguardie che ne riscatta la rozzezza e l’origine “oscura”, in sostanza incomprensibile. Pablo Picasso giungerà solo nei primi anni Cinquanta a rivedere l’approccio all’arte e alla cultura africana tramite nuove categorie interpretative non ignare degli sviluppi scientifici dell’antropologia culturale che in quegli anni, sulla scorta dei libri pubblicati da Claude Lévi-Strauss, inizia ad assumere un significato globale ancora oggi vincolante nell’interpretazione della genesi e dinamiche evolutive della cultura umana. […] Si tratta di una mostra che consentirà al grande pubblico di cogliere meglio tutto ciò che dobbiamo all’Africa nel modo in cui guardiamo alla modernità di Picasso e quindi al linguaggio attuale dell’arte, perfettamente disvelato nel segno antiretorico, rivoluzionario ed “iconoclasta” di Ugo Marano.
Per informazioni:
https://www.cetaraturistica.it/eventi/prossimi/in-evidenza